Presentazione orale
Riassunto: Rispetto al panorama europeo, l’Italia ha ancora un numero limitato di proprietà che hanno ottenuto la certificazione di gestione sostenibile: secondo il RAF 2018, circa il 9% delle foreste italiane è sottoposto a certificazione di gestione, nei due schemi PEFC e FSC presenti nel Paese. La ripartizione geografica delle proprietà forestali certificate è prevalentemente distribuita nelle regioni centrosettentrionali, ma non mancano esempi significativi nel meridione. In termini di diffusione (al 31/12/2018), tra i due schemi prevale il PEFC con 819.017,06 ettari di foreste certificate (765.101 ettari in sola certificazione PEFC e 53.916 ettari in doppia certificazione con FSC) su 830.534,06 totali certificati, ovvero oltre il 92% del totale, mentre FSC ha certificato poco meno dell’8% del totale con 65.433 ettari (53.916 in doppia certificazione con PEFC e 11.517 ettari in sola certificazione FSC). Tra i due schemi il PEFC comprende una leggera maggioranza di proprietà private, 56% dei propri iscritti, mentre la proprietà pubblica prevale in modo maggiore (61%) nell’ambito delle aziende certificate FSC. La certificazione forestale verifica che la gestione delle foreste rispetti precisi standard internazionali basati su criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale, primi tra i quali una pianificazione aziendale che soddisfi indicatori di buone pratiche gestionali, nonché uno specifico indicatore che riguarda la vitalità dei sistemi forestali contro le avversità e specificamente gli incendi. A parte i vantaggi commerciali e di immagine, ai fini sociali il principale vantaggio della certificazione di sostenibilità è legato alla certezza della continuità di controllo del territorio nelle aziende aderenti, nonché alla continuità degli interventi colturali prevista dai piani. Tutto ciò, in sintesi, comporta intrinsecamente una migliore protezione delle avversità, in specie riguardo gli incendi boschivi, dal momento che la miglior prevenzione, com’è noto, è una corretta e continua applicazione della selvicoltura. Partendo da questo presupposto è utile verificare, sempre a partire dai dati statistici disponibili, quale sia stato il livello di danni da incendi forestali nell’ambito delle proprietà sottoposte a certificazione in un anno particolarmente funestato da tali eventi, rispetto alle medie nazionali e di regioni campione. Nel 2017 infatti, sempre considerando i dati RAF, gli incendi forestali hanno percorso una superficie superiore a 160 mila ettari, un dato tra i più gravi dell’ultimo trentennio. La frammentazione degli eventi e l’incremento della superficie unitaria percorsa sono almeno in parte attribuibili all’insufficienza di gestione forestale e alla mancanza di colturalità. L’analisi degli eventi che hanno riguardato le proprietà, pubbliche e private, sottoposte a certificazione e percorse da incendi mostra che tali eventi sono stati sensibilmente minori, sia in termini di superficie sia di danni rispetto alle proprietà non certificate, con differenze sensibili. L’analisi è condotta, oltre che su dati nazionali, anche a livello di regioni campione del Nord, centro e Sud Italia, verificando che non vi sono differenze significative tra esse e che la certificazione è dunque uno strumento efficace per rappresentare la corretta gestione delle proprietà forestali.
Parole Chiave: incendi forestali, certificazione, gestione forestale sostenibile, PEFC FSC
Citazione: Dini F, Brunori A, Maetzke FG (2019). Effetti della certificazione di gestione forestale sostenibile come strumento di prevenzione degli incendi forestali. In: XII Congresso Nazionale SISEF “La Scienza Utile per le Foreste: ricerca e trasferimento“ (Palermo, 12-15 Novembre 2019), Abstract-book, Contributo #c12.7.1. - [online] URL: https://congressi.sisef.org/?action=paper&id=2556